Coronavirus

A Milano nascite dimezzate per effetto del covid

Lo studio dei medici del policlinico San Martino di Genova evidenzia 2.325 parti tra novembre 2020 e gennaio 2021 contro i 4.187 dello stesso trimestre dell'anno precedente

Niente baby boom dovuto al lockdown: questa rosea previsione è stata totalmente smentita dai fatti. Le nascite infatti dall'inizio della pandemia risultano il calo e la diminuzione è particolarmente evidente a Milano, dove se ne registrano meno della metà. A dirlo è lo studio 'Impact of Covid-19 on birth rate trends in the metropolitan cities of Milan, Genoa and Turin', condotto su dati Istat dai medici del policlinico San Martino di Genova e pubblicato sulla rivista accademica Public Health.

Il trend delle nascite a Milano, Torino e Genova (foto da www.sciencedirect.com)

Nel capoluogo lombardo, evidenzia la ricerca, tra novembre 2020 e gennaio 2021, trimestre in cui sono nati i bambini concepiti durante il lockdown della scorsa primavera, le nascite sono state 2.325. Un anno prima, quando la pandemia non esisteva ancora nemmeno nei peggiori incubi, nello stesso trimestre di riferimento all'anagrafe erano stati registrati 4.187 neonati, più del doppio. Il calo è stato impressionante: pari a - 55%.

Il dato milanese sulla diminuzione delle nascite è molto più importante rispetto a quelli di Torino e Genova, le altre due città 'industriali' prese in considerazione dallo studio. Nel capoluogo piemontese, infatti, i neonati sono stati il 33% in meno (1.043 quelli a cavallo tra 2020 e 2021, contro i 1.579 dello stesso trimestre dell'anno precedente), mentre in quello Ligure le nascite si sono ridotte 'solo' del 12%.

Il calo delle nascite durante il covid nelle tre città analizzate, mette in luce lo studio, è in linea con gli effetti demografici delle precedenti pandemie. L'effetto negativo del virus sul concepimento può essere il risultato di vari fattori, tra cui cambiamenti nelle abitudini sociali e personali e un fardello via via più pesante sulla salute mentale. A risultare cruciale nella decisione di non avere figli, poi, anche l'aumento della disocuppazione e la generale incertezza economica e lavorativa.


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