Coronavirus

"Le cose che mi dice non hanno senso": 12enne porta il papà no vax in tribunale

Il giudice ha decretato che la mamma può assumere decisioni sul vaccino in autonomia

Vaccino sì, vaccino no. La disputa, tra genitori, finisce davanti a un giudice. È successo a Milano dove un ragazzino di 12 anni è stato ascoltato a palazzo di giustizia dopo non essere stato vaccinato contro il covid a causa delle idee - a dir poco divergenti - dei suoi genitori sull'iniezione anti coronavirus. 

"Io sono un po' indeciso sul vaccino proprio perché i miei genitori mi dicono cose diversissime e mi spaventano", ha spiegato il giovanissimo in tribunale, sottolineando di essersi informato su giornali e tg. "Per meglio chiarire la mia posizione preciso che le mie idee sono come quelle di mia madre", che è favorevole al vaccino, "perché parlando con lei, e riferendole le cose che mi ha detto papà, capisco che le cose che mi dice mio padre non hanno moltissimo senso", ha ribadito il 12enne.

Dopo essere stato sentito, il ragazzino è stato ritenuto informato, convinto e coerente. E per questo il tribunale ha decretato che la madre è "autorizzata ad assumere, in autonomia e in assenza del consenso paterno, ogni decisione relativa alla somministrazione" del vaccino covid, che evidentemente il giovane adesso riceverà. 

Non è la prima volta che in un'aula di giustizia arriva un caso del genere. A fine ottobre un giudice di Pavia aveva dato il via libera a un 17enne che si era rivolto al tribunale dopo che sua mamma - no vax convinta - gli aveva proibito di sottoporsi alla somministrazione del vaccino. Il giovane, sostenuto dal padre, si era rivolto alla magistratura per opporsi alla decisione della madre e il tribunale gli aveva dato ragione: a quel punto non era diventato più necessario il consenso della donna.


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