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A Milano potrebbero chiudere due "reparti" di neuropsichiatria infantile

L'allarme dei sindacati: "Si continua con l'indebolimento dei servizi territoriali"

Due punti di riferimento in meno sul territorio. Due possibilità "cancellate" dal quartiere. È seriamente a rischio il futuro dei servizi di neuropsichiatria infantile - quelle che tecnicamente vengono chiamate unità operativa neuropsichiatria psicologica infanzia adoloscenza - che al momento si trovano a Baggio e al Giambellino. 

A lanciare l'allarme sulla possibile chiusura, che sembrerebbe imminente, sono stati i sindacali Cgil, Cisl e Uil Milano che parlano di una delibera che segnerebbe il destino dei due presidi. "Se c’è una cosa che ha drammaticamente evidenziato la pandemia è la mancanza della medicina territoriale, i limiti di una sanità che è solo ospedalizzazione. Mancanza che in alcuni territori diventa azzeramento. Mentre discutiamo di case delle comunità che vengono indicate dalla nuova riforma regionale come punto strategico diffuso sul territorio, abbiamo appreso, invece, della chiusura di due servizi di neuropsichiatria infantile situati a Baggio e nel quartiere del Giambellino", si legge in una nota dei sindacati. 

L'idea della regione, secondo quanto riportano le sigle, sarebbe quella di spostare le due unità operative "all'interno della struttura ospedaliera" del San Carlo. "Molto si parla di disagio giovanile, delle conseguenze di questi anni di pandemia tra i più giovani, ma questa scelta è proprio togliere dal territorio i servizi rivolti a questo disagio. È sempre più evidente come non sia chiaro il disegno strategico complessivo e una reale visione delle politiche socio sanitarie sul territorio. Questo - sottolineano Cgil, Cisl e Uil - è l’ultimo di una serie di casi che vanno nella direzione di indebolimento dei servizi territoriali ed è una tendenza che va fermata".

"Per queste ragioni chiedono l’immediato ritiro della delibera e l’avvio di un confronto per il potenziamento di questi servizi nel territorio. Chiediamo a tutte le istituzioni territoriali e cittadini di unirsi alla nostra richiesta in difesa di questi servizi fondamentali", l'appello dei sindacati. 

La prima a raccogliere il testimone è stata Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd  ed ex infermiera: "Moratti impedisca la chiusura dei servizi di neuropsichiatria infantile. A pochi mesi dall’approvazione di una riforma che prevede l’istituzione delle case di comunità come presidio sanitario territoriale e nel mezzo di una pandemia che evidenzia ogni giorno il bisogno di potenziare l’assistenza psichiatrica per combattere il disagio diffuso soprattutto tra gli adolescenti, come ha chiesto più volte il consiglio, si decide, oltretutto in assenza di un piano aziendale strategico per l’ospedale San Paolo, di chiudere un servizio territoriale. Chiedo alla Moratti di impedire che questo accada. In caso contrario - ha concluso l'esponente dem - non si può non pensare che anziche creare servizi territoriali, come va dicendo ogni giorno, intenda tagliarli".


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