Cronaca

Lavoratori sfruttati e frodi: 64 milioni sequestrati a Gs

Gs spa ha "fatto largo ricorso all'esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto". Le indagini della finanza

Foto di repertorio

Un sequestro preventivo di più di 64 milioni di euro nell'ambito di un'indagine sul fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. A finire nel mirino della guardia di finanza di Milano è la società Gs, la società di supermercati francesi Carrefour. Un gruppo con 15.00 punti vendita e con un fatturato annuale di 4 miliardi.

Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Milano, ed eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza riguardano una complessa frode fiscale derivante dall'utilizzo del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera. Questo in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro. 

La ricostruzione della "filiera della manodopera"

I finanzieri, con la collaborazione del Settore contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate, hanno rilevato che i rapporti di lavoro con Gs spa sono stati "schermati" da società "filtro" che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società "serbatoio"), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell'Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale. 

Lunedì mattina, i militari della guardia di finanza hanno fatto diverse perquisizioni nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Torino. Controlli nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società.

Nel decreto di sequestro preventivo d'urgenza di oltre 64,7 milioni, il pm Paolo Storari sostiene che tra il 2018 e il 2022 Gs spa ha "fatto largo ricorso all'esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto" con un meccanismo di presunte false fatture che "ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all'erario". Uno "sfruttamento lavorativo" che, tra l'altro, come il presunto sistema "fraudolento", è "tutt'ora in atto" e a "tutto vantaggio" della società della grande distribuzione alimentare.

Nel decreto si legge che le indagini proseguono ancora per individuare "ulteriori serbatoi di personale", rispetto a quelli già messi nero su bianco negli atti. Il "potenziale danno erariale" allo stato viene quantificato in quasi 110 milioni di euro e in più tabelle vengono indicati i 13 fornitori in rapporti con Gs nello schema di "interposizione fittizia di manodopera".

Gs non è l'unica

Nell'atto del pm c'è anche il lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di aziende della logistica, della grande distribuzione, del facchinaggio e anche della vigilanza privata, tra cui diversi colossi nei rispettivi settori. Tra queste Dhl, il gruppo Gls, Spumador, Salumificio Beretta, Spreafico, Movimoda, Uber, Lidl, Nolostand-Fiera Milano, Schenker, Aldieri, gruppo Cegalin-Hotelvolver, Brt, Geodis, Esselunga, Ups, Chiapparoli e Securitalia. 

La replica di Carrefour

In serata, il gruppo Carrefour ha diramato una nota stampa per spiegare la sua posizione riguardo all'inchiesta. "In merito all'indagine fiscale e in attesa di conoscere ulteriori dettagli sul procedimento, Carrefour Italia conferma di essersi prontamente attivata per offrire il massimo supporto e collaborazione alle autorità competenti. Nello specifico, la questione oggetto dell'indagine riguarda le attività di logistica dell’impresa. L’azienda rimarrà a disposizione degli inquirenti per agevolare il corretto svolgimento di tutte le attività previste dalla legge", si legge nella nota.

Così funzionava la frode milionaria


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